I giovani e la droga
I fatti di cronaca di questi giorni accaduti a Corsano e riportati dai mezzi di informazione, ci svegliano da un torpore che avevamo rispetto alle gravi problematiche della droga che attanagliano i giovani.
E’ da tempo che ci si rende conto che la favola “dell’isola felice” nella quale tutto va bene, non succede nulla di negativo e nel quale i ragazzi non hanno distrazioni negative non percorrono strade di disagio e di morte è una chimera che è svanita. Forse è colpa nostra? Forse invece di guardare in faccia alla realtà delle cose abbiamo trovato più comodo voltare la testa altrove? Forse abbiamo trovato una facile soluzione di compromesso quella di pensare: facciano pure ciò che voglio, l’importante è che non diano fastidio a me?
La Voce di Corsano già nel 1989, grazie all’essenziale collaborazione dei gruppi parrocchiali e di tante associazioni presenti sul nostro territorio, si è impegnata per sensibilizzare la popolazione verso una problematica che stava permeando la nostra sana società. Quella manifestazione fu un modo per far conoscere alla stragrande maggioranza dei cittadini corsanesi che quello della droga era un orribile virus che si stava insinuando nel corpo sano della società civile nostrana, senza che ce ne rendessimo conto. Quella fiaccolata fu un modo per comprendere i rischi, i pericoli e le tragedie che la droga poteva portare in un tessuto sociale del tutto impreparato ad affrontarli.Oggi, invece, l’impegno che si deve prendere è quello del risveglio delle coscienze. Rispetto alla droga non dobbiamo avere esitazioni, non dobbiamo avere indecisioni, non dobbiamo nasconderci dietro la finta distinzione di “leggera” o “pesante”: è droga e basta!Dobbiamo, ancora una volta, richiedere quello scatto che proprio i corsanesi hanno saputo mettere in atto nei momenti più difficili della loro storia.
Quando vediamo certe scene non giriamo la testa, ma guardiamo in faccia la realtà pensando che quel ragazzo che sta inesorabilmente percorrendo la strada della dipendenza dalla droga potrebbe essere nostro fratello, nostro figlio o potremmo essere noi stessi.
Nella lotta alla droga non ci deve essere distinzione generazionale, sociale o politica: la droga non guarda in faccia nessuno, uccide tutti…e noi non dobbiamo essere suoi silenti complici.