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venerdì, Gennaio 13th, 2023
 Sebastien Jacques

Sebastien Jacques

«Ognuno di noi sta correndo una maratona. Dobbiamo goderci il viaggio, con tutti gli alti e i bassi che questo comporta, andare avanti, reinventarci, trovare nuovi modi per adattarci ai cambiamenti e vivere a pieno ogni giorno con tanta gratitudine».

La sua vita è stata stravolta dalla diagnosi di un tumore al cervello. Secondo i medici non sarebbe stato in grado di camminare per più di quindici minuti al giorno, ma dopo l’intervento e la riabilitazione ha percorso due importanti maratone: la “Great Walk”, che attraversa gli Stati Uniti d’America da est ad ovest, e la lunga passeggiata per l’Italia, quarantasette città in poco più di un mese e mezzo, percorrendo circa 40 km al giorno. «Ero una giovane promessa del tennis canadese, abituato a sostenere allenamenti molto lunghi, quando improvvisamente ho iniziato ad avvertire dolore alle gambe e faticavo a restare in piedi per più di dieci minuti, passavo le giornate sul divano sforzandomi di restare positivo ma, sinceramente, è stato difficile». Grazie ad una raccolta fondi, in poche settimane riesce ad ottenere il denaro necessario per sostenere l’intervento, da quel momento Sébastien Jacques ricomincia a vivere. «Dopo l’operazione, tutto ciò che volevo era restituire al mondo l’umanità che mi era stata donata. Persone a me sconosciute hanno partecipato alla raccolta fondi, mi hanno augurato buona fortuna e mi hanno riempito di affetto. Un’operazione al cervello non è mai facile, la buona riuscita non era assicurata e soprattutto il rischio era altissimo, ma tutti loro hanno creduto così tanto nell’intervento da convincermi ad affrontarlo con coraggio e forza.

Giorgia Galati

Ora tocca a me restituire al mondo determinazione e positività, voglio riuscire a dimostrare che niente è davvero impossibile». Definisce la “Great Walk” la più grande avventura della sua vita, non solo per essere riuscito a percorrere 5.400 km in sette mesi, ma anche per essere riuscito a dimostrare che ogni ostacolo può essere superato e che facendolo si può realizzare qualcosa di meraviglioso. «Le persone che ho incontrato lungo il cammino si offrivano di ospitarmi per la notte oppure di preparami qualcosa da mangiare, in sette mesi ho usato la tenda che portavo nello zaino solo nove volte, è un grande risultato ed è ciò che mi rimane quando ci ripenso: oltre la sfida fisica c’è un lato umano della storia fatto di empatia e compassione». Bisogna correre per stare al passo di Sébastien. Il 16 novembre ha preso il via la sua nuova sfida, percorrere lo Stivale in cinquanta giorni, scegliendo il tragitto più lungo: la città di partenza è Chiasso, in Svizzera, l’ultima è Santa Maria di Leuca. «Se dopo gli Stati Uniti mi avessero chiesto di indicare la maratona successiva, probabilmente avrei risposto che non ne avrei più percorse. Quella era l’avventura, l’unica che mi serviva per farmi capire che ero ancora in grado di farcela. Poi, un importante e caloroso seguito italiano mi ha dato la spinta che mi serviva. Ho scelto di percorrere dei tratti della via Francigena, mi condurrà a Santa Maria di Leuca il 5 o il 6 gennaio, dove spero di conoscere tanta gente e di condividere con loro ciò che ho passato. Sono un uomo ordinario che ha superato le proprie difficoltà ed ha raggiunto obiettivi più o meno grandi. Sono sicuro che ciò che ha fatto la differenza è stato il modo di pormi e di affrontare il cambiamento, sta tutto nello svegliarsi la mattina e decidere come affrontare la giornata». Quando gli viene chiesto quale sia il suo più grande sogno, risponde «Non è ciò che voglio fare che mi interessa, ma chi voglio diventare. Spero di essere ogni giorno la migliore versione di me, di sorridere e di far sorridere, di riuscire a rendere il mondo migliore, anche solo di pochissimo». Che Sébastien Jacques abbia scelto di concludere la maratona all’inizio del nuovo anno, proprio a Santa Maria di Leuca, de finibus terrae, è la conferma che, citando lo scrittore Daniel Pennac, «proprio quando si crede che tutto sia finito, è qui che comincia».

Giorgia Galati