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giovedì, Ottobre 17th, 2024

On-line l’ultimo numero de LA VOCE DI CORSANO

giovedì, Febbraio 1st, 2024

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PALAZZO BARONALE: A CHE PUNTO SIAMO?

martedì, Gennaio 30th, 2024

Nei numeri precedenti del nostro periodico avevamo tenuto acceso il faro dell’informazione su quello che ha rappresentato uno dei luoghi-simbolo della nostra comunità: il Palazzo baronale, sito in Piazza Umberto I.

L’Amministrazione in carica, fin dai primi giorni dal suo insediamento, ha focalizzato la propria attenzione su questo bene, che per troppi anni più che un fiore all’occhiello del centro storico corsanese ha rappresentato un pugno nell’occhio anche dal punto di vista estetico. L’impegno amministrativo è stato finalizzato all’acquisizione al proprio patrimonio comunale dell’immobile in questione al fine di poterlo mettere celermente in sicurezza (cosa di non poco conto), per poi prevedere e programmare una prospettiva di ristrutturazione e fruizione per l’intera comunità. In questo quadro è stato anche pensato un progetto di riqualificazione dell’intera area circostante (anche per il tramite di un finanziamento che è stato già conseguito).

Viste le innumerevoli novità che si sono verificate nel corso dell’ultimo anno e che hanno portato a compimento un impegno costante, è bene fare il punto della situazione anche per cogliere quale è lo stato dell’arte.

L’iter per l’acquisizione ha avuto inizio del 2020, allorquando il Comune di Corsano, dopo essersi dotato di un progetto di fattibilità tecnica-economica, ha avviato la procedura di esproprio, con l’incardinamento del relativo procedimento per l’ottenimento della dichiarazione di pubblica utilità da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e, quindi, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio competente per territorio.

Nel 2021, dopo aver ottenuto dal Ministero della Cultura la dichiarazione di pubblica utilità, l’Amministrazione ha incaricato l’Agenzia del Demanio per la quantificazione dell’indennità di esproprio, che è stata accertata in 1 milione e 100 mila euro.

A metà del 2022, i proprietari dell’immobile, non ritenendo congrua tale quantificazione, hanno inteso chiedere la costituzione di un collegio arbitrale presso il Tribunale di Lecce.

Nei primi mesi del 2023, il Comune di Corsano ha proseguito nel proprio intendimento di acquisire al patrimonio pubblico il palazzo baronale ed anche in forza di un finanziamento regionale di 500 mila euro, ha versato alla ragioneria dello Stato l’indennità provvisoria così come quantificata dall’Agenzia del Demanio.

L’iter procedimentale è quindi giunto ad una svolta cruciale. Il Comune – anche alla luce dell’urgenza di ottenere la piena disponibilità dell’area antistante il Palazzo poiché in procinto di bandire la gara per l’affidamento dei lavoridi rifacimento di Piazza Umberto I (finanziamento ottenuto tramite la misura PON Cultura e Sviluppo FERS 2014-2020) – con provvedimento sindacale del 29.09.2023 ha decretato l’esproprio del Palazzo baronale ed il conseguente passaggio dalla proprietà Russo-Tagliaferro a quella comunale. Tale provvedimento non è stato oggetto di impugnazione, pertanto si è determinato il passaggio dalla proprietà privata a quella pubblica.

Successivamente a tale passaggio nevralgico, è stata avviata la redazione dello stato di consistenza, il cui procedimento è iniziato nel mese di novembre scorso ed a seguito del quale l’Ente potrà avere il pieno possesso dell’immobile.

Il raggiungimento di un risultato di tale portata non può sicuramente rappresentare un traguardo (seppur ambìto, sudato, difficoltoso e da decenni agognato), ma, è un punto di partenza. La prima tappa di questo percorso si è conclusa, ora giunge l’ulteriore sfida per le future Amministrazioni: il reperimento di risorse esogene (stanti gli ingenti interventi necessari sarà obbligatorio andare oltre la disponibilità del bilancio comunale) al servizio di una visione progettuale e prospettica di ampio respiro che sia capace di recuperare questo bene e rilanciarne la fruizione. All’interno di questa visione sarà essenziale una progettazione lungimirante che tenga conto delle peculiarità della comunità corsanese e che sia capace di strutturare una interlocuzione fattiva con inevitabilmente con la Soprintendenza ed il Ministero della Cultura.

L’ARTE DEL PRENDERSI CURA

martedì, Gennaio 30th, 2024

Il tessuto sociale è il fulcro di un paese. Per questo motivo riuscire a leggere le dinamiche sociali, soprattutto quelle più nascoste nelle pieghe della vita delle singole famiglie, con il loro portato di gioie, ma anche di difficoltà e sofferenze, è un aspetto tanto delicato quanto essenziale per fra crescere in maniera sana una comunità. I Servizi Sociali di Corsano lo sanno bene ed anche quest’anno hanno cercato di mettere al centro del loro operato il benessere della popolazione.

Le fasce anagrafiche e sociali sono diverse e stratificate ed è proprio per questo che abbiamo posto in essere attività e progettualità differenti parametrite proprio in base alle esigenze specifiche di ognuna di queste.

Ci siamo presi cura dei più giovani, perché sono il presente che abbiamo sotto i nostri occhi ed il futuro che abbiamo nel nostro cuore e nei nostri pensieri. In particolare, abbiamo intrapreso un percorso contro le dipendenze con incontri mirati sia con i ragazzi sia con gli adulti. Da questo punto di vista è uno snodo centrale l’apertura di uno sportello psicologico gratuito presso l’ufficio comunale dei Servizi Sociali: un punto di approdo e di confronto.

Sempre per i giovani è stato pensato ed attuato un corso gratuito di informatica (che durerà per l’intero 2024) destinato ai ragazzi della scuola secondaria ed è stato inaugurato un percorso motorio in piazza Aldo Moro pensato in particolare per i più piccoli.

Ci siamo presi cura delle donne, che sono il punto di riferimento importante della società. Abbiamo distribuito gratuitamente e simbolicamente assorbenti a tutte le donne in segno di protesta contro gli alti prezzi di questi dispositivi che, a parer nostro, dovrebbero invece essere gratuiti. A questa iniziativa simbolica si è affiancata una campagna di sostegno alla battaglia per l’eliminazione della violenza sulle donne con appuntamenti che già negli anni scorsi hanno contraddistinto il calendario amministrativo. Focalizzando l’attenzione all’ultimo periodo non può tacersi la solerzia dell’Amministrazione Comunale non solo sotto il profilo culturale (come la sottoscrizione di una tela raffigurante il volto di una donna e un’impronta di una mano con la scritta STOP VIOLENZA oppure la collaborazione con le realtà territoriali, a partire dal fondamentale contributo con l’Istituto Comprensivo). Ma anche con adempimenti tangibili: com’è l’inaugurazione, avvenuta il 14 dicembre scorso, del primo Sportello antiviolenza “Ascolto Donna”, attivo presso l’ufficio dei Servizi Sociali ed a disposizione di tutte le donne che subiscono violenza di ogni tipo.

Ci siamo presi cura degli anziani, che sono le radici della nostra storia. Abbiamo organizzato, insieme all’associazione RAI Corsano, una festa a loro dedicata con canti e musica tradizionali ed, inoltre, abbiamo organizzato il servizio di trasporto per le Terme di Santa Cesarea affinché potessero usufruire dei benefici di questo luogo. Un progetto assolutamente innovativo per la nostra comunità è stato realizzato attraverso l’individuazione di 6 ragazzi del servizio civile sociale da destinare alle esigenze dei più fragili, in modo da agevolare lo svolgimento di esigenze di carattere quotidiano (fare la spesa alimentare o acquistare farmaci) o semplicemente per garantire loro una compagnia ed un dialogo. In questa chiave di attenzione ed inclusione, abbiamo anche istituito uno sportello per facilitare la digitalizzazione – che è al servizio dell’intera comunità e non solo dei nostri anziani – in modo che la tecnologia sia di ausilio e non rappresenti un ostacolo insormontabile anche per attività essenziali.

Ci siamo presi cura delle nostre piazze, perché la socialità passa anche dal ritorno di questi spazi come luoghi di sano confronto, vere “agorà”. In questi anni abbiamo dato colore al nostro paese, in collaborazione con le associazioni del territorio, attraverso le diverse edizioni di Corsano in fiore: ogni angolo di Corsano, moltissimi balconi e tanti cortili sono stati impreziositi attraverso allestimenti floreali e tocchi di creatività. L’ultima edizione, in particolare, si è conclusa con una festa in piazza a misura di bambino dove tutti hanno potuto usufruire di giochi e attrattive gratuiti.

Il percorso che abbiamo compiuto non è stato facile, proprio perché abbiamo affrontato problematiche sociali e situazioni individuali spesso complesse ed articolate, ma in ogni momento, con ogni progetto e con ciascuna delle iniziative, ci siamo presi cura di chi, a volte, si sente trascurato.

Dietro questo elenco (solo riassuntivo) di progettualità che sono diventate concretezza, ci sono i volti di professionisti dei servizi sociali che vanno spesso oltre l’orario di lavoro, ci sono gli occhi di tanti cittadini che sono sensibili ad ogni richiesta che possa far rivivere il senso di comunità, ma, soprattutto, ci sono gli sguardi di chi è in difficoltà e che può vedere in qualcuna di queste attività (visibili ed invisibili) un appiglio per schiudere il proprio orizzonte verso una vita più serena. Una piccola goccia nell’oceano delle necessità che una comunità come la nostra incontra quotidianamente, ma ritengo che la strada intrapresa sia quella giusta, perciò avanti tutta.

Enza De Francesco

LUDOPATIA … ANCHE TRA I GIOVANI

lunedì, Gennaio 29th, 2024

Il gioco è un’attività che, oltre ad essere piacevole e gratificante, aiuta la maturazione e l’acquisizione di importanti capacità personali e sociali. Quando diventa d’Azzardo implica che la casualità/fortuna diventi predominante, prevedendo una scommessa, una puntata di denaro.

Il gioco d’azzardo è un’attività rischiosa in grado di indurre cambiamenti dello stato mentale e fisico delle persone, interferendo con il lavoro, la scuola e le altre attività, danneggiando finanziariamente, causando problemi con amici e/o con la famiglia.

Le ultime ricerche scientifiche sono concordi nel dire che esistono chiare indicazioni riguardo al fatto che il gioco patologico è una vera e propria dipendenza, un problema di natura sanitaria e sociale. Le moderne indagini di investigazione delle funzioni del cervello (PET, Risonanza Magnetica) ed i livelli di agenti chimici coinvolti nelle funzioni cerebrali mostrano che il Sistema Nervoso del soggetto con dipendenza da gioco mostra le stesse dinamiche che si rilevano nel cervello delle persone con dipendenza da sostanze.

La ludopatia affligge oggi un numero sempre più elevato di persone e, dato ulteriormente preoccupante, sempre più giovani. Secondo un’indagine pubblicata il 23 febbraio 2022 dalla Commissione parlamentare mista per l’infanzia e l’adolescenza, il 47% dei giocatori italiani ha meno di 35 anni. Questo dato preoccupa molto essendo il gioco d’azzardo vietato ai minori di 18 anni, ma di fatto questo divieto viene frequentemente e facilmente violato con una responsabilità che è di tutti. Da uno studio condotto su un gruppo di ragazzi tra i 14 e 19 anni è emerso che nel 2023 il 37% di giovani ha fatto giochi d’azzardo o di fortuna, prediligendo il canale online nel 64% dei casi per giocare e scommettere (con un aumento del 18% rispetto al 2021). Lo studio ha evidenziato inoltre la diffusione del gioco d’azzardo in Italia tra i più giovani, con un 14% che gioca almeno una volta a settimana.

Tra i giochi online più frequenti spiccano le scommesse: sportive (31%), su eventi (26%) e ippiche (16%).

Riflettiamo su quelle che possono essere le motivazioni che portano una persona a sviluppare un problema con il gioco. C’è chi si approccia ai giochi d’azzardo con la speranza in una grossa vincita, c’è chi lo fa per fuggire dai problemi della vita, per solitudine, per eccitazione per il rischio, per un tentativo di rivincere il denaro perso, per il desiderio di sentirsi più importanti.

A prescindere dalla motivazione sottostante, il giocatore patologico (ludopatico) sviluppa una vera e propria dipendenza, in cui l’impulso per il gioco diviene irrefrenabile e incontrollabile, accompagnato da una forte tensione emotiva, dall’incapacità di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico e da un comportamento auto-distruttivo. La ludopatia è senza dubbio accompagnata dall’illusione di cambiamento, ma è soprattutto un potente segnale di sfiducia nelle proprie possibilità di incidere efficacemente sulla propria vita, perché ricordiamoci bene che quei soldi “vinti” con una scommessa o con un “Gratta e Vinci” quasi mai vanno a colmare perdite di denaro che sono state investite perdendo il controllo della situazione, innescando un meccanismo mentale che poggia su distorsioni cognitive che danno la convinzione che prima o poi si vincerà, quando la realtà è ben diversa ed ogni volta si perde qualcosa, si perde denaro, si perde la fiducia in sé stessi, si perde la dignità quando si accumulano debiti e si arriva a perdere anche i propri affetti. Per cambiare la nostra vita abbiamo bisogno di obiettivi, di impegni concreti, di metterci alla prova per quelle che sono le nostre capacità e possibilità e così facendo i risultati ottenuti saranno reali, tangibili e duraturi e rinforzeranno la nostra autostima e ci faranno sentire parte attiva della comunità familiare, amicale e lavorativa in cui ci troviamo, senza la paura del salto nel vuoto e senza la consolazione effimera di una vincita che, quelle poche volte che c’è, è solo momentanea e porta all’autodistruzione.

Dott.ssa Adalgisa Bisanti

Psicologa-psicoterapeuta

VIA CRUCIS: SULLE ORME DEL NAZARENO

sabato, Gennaio 27th, 2024

Buonasera a tutti e bentrovati! Stiamo per iniziare la rappresentazione vivente della Passione di Cristo, intitolata ‘Il Nazareno’ ”.

Così si è aperta la serata del 2 aprile 2023, organizzata dal gruppo giovani parrocchiale, ragazzi che hanno deciso di mettersi al servizio della comunità, offrendo un momento di meditazione e di preghiera in vista dell’inizio della settimana Santa. Nella Passione Vivente abbiamo ripercorso gli ultimi momenti dell’esistenza terrena del Signore Gesù, con la sua morte e risurrezione e noi ragazzi nutrivamo la speranza di riuscire a far vivere agli altri la Pasqua del Signore con la stessa intensità con la quale la stavamo preparando noi. Certamente tutti conoscono già la storia, ma è anche vero che metterla in scena è tutt’altra cosa: studiare le parole dei personaggi, l’intonazione, i gesti, permette di comprenderne a fondo la psicologia, capendo che in realtà non tutti coloro che sembrano cattivi sono effettivamente i veri antagonisti o, perlomeno, non gli unici e che, nonostante alcuni dei personaggi siano apostoli, ciò non significa che non siano umani o che non provino paura, vergogna, rabbia, rimorso o dolore. La cosa più sorprendente è che, mentre imparavamo a memoria le parti, imparavamo pezzi di Vangelo anche senza che ce ne rendessimo conto. Non è stato un lavoro semplice, ma in soli 40 giorni abbiamo costruito un castello dove ognuno era un mattone indispensabile. Non poche volte lo abbiamo visto vacillare, ma a darci forza, a farci credere fino all’ultimo, sono state le parole dei nostri educatori che ci hanno detto che, se fossimo riusciti a vivere con l’anima e con il cuore ciò che avremmo interpretato, questo ci sarebbe valso più di sei anni di catechismo. E come dargli torto ora? Abbiamo vissuto la Quaresima più intensa della nostra vita, in poco più di un mese abbiamo appreso più di quanto avremmo mai potuto imparare in tanti anni sulla Pasqua del Signore, sperimentandola in un’atmosfera di amicizia e fraternità. Quando abbiamo deciso di accogliere questa iniziativa da parte degli educatori, non sapevamo ancora quanto questa esperienza sarebbe stata importante per noi, ma poi, ben presto, molti giovani hanno dato la propria disponibilità e già il mercoledì delle Ceneri avevamo i copioni tra le mani e tanta passione nel cuore. In tanti ci siamo prodigati per la riuscita di questo spettacolo e le persone che hanno calcato il palco sono state solo una piccola parte. È stato un lavoro di gruppo imponente, volto a portare la nostra comunità alla Santa Pasqua con una maggiore consapevolezza di tutta la sofferenza che Gesù ha sopportato per donare a noi la vita eterna, di tutto l’amore che Egli nutriva verso il Padre e verso l’umanità anche nei momenti più duri. Durante lo spettacolo noi stessi siamo stati sopraffatti dall’emozione, ci siamo commossi, abbiamo avuto paura, abbiamo provato dolore perché lì non si trattava più di noi ragazzi: su quel palco c’erano Gesù, Maria, Maddalena, Giovanni, Giuda, Caifa, Pilato e la loro missione era quella di raccontare a tutti il messaggio straordinario della salvezza. Non c’era un ruolo più importante degli altri e questo ci è stato chiaro fin dal principio: non si può preparare una Passione senza Gesù, come non si può fare senza Veronica, altrimenti chi avrebbe asciugato il volto di Cristo? Tutti i personaggi sono ugualmente fondamentali e indispensabili e, proprio partendo da questa premessa, siamo giunti ad un risultato di cui siamo molto fieri. È stata un’esperienza a dir poco indimenticabile che ha segnato in modo indelebile il nostro cammino di fede, ricordandoci soprattutto che Gesù ci accompagna durante tutto il nostro percorso di vita ed è sempre al nostro fianco: “Non abbiate paura, io resterò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo!” (Mt 28,20).

Francesca Boccarello, Teresa Ciardo, Sofia Martella

CAMMINATA PER LA CURA

giovedì, Gennaio 25th, 2024

Era una domenica di fine agosto, quando nella nostra piccola città di Corsano, abbiamo ospitato una manifestazione sportiva non competitiva volta a sensibilizzare e sostenere la ricerca per la lotta contro il cancro e a promuovere, tra gli uomini e le donne della nostra comunità e non, una cultura della prevenzione come migliore arma per ridurre il rischio di questa tanto temuta malattia.            

Un evento organizzato dall’ASD RUNNING CORSANO in collaborazione con la LILT di Lecce (Lega italiana per la lotta contro i tumori) e l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Corsano.

Ospite d’eccezione, il dottore Giuseppe Serravezza – Oncologo e fondatore di LILT LECCE, che ha sottolineato l’importanza di uno degli strumenti più importanti nella lotta contro i tumori, quale appunto, la prevenzione.  Molte sono le persone, afferma il dott. Serravezza, che si sottraggono, ancora oggi, alle periodiche visite di controllo o che abbassano la guardia trascurando i campanellini d’allarme. Per questo è fondamentale aderire ai programmi di screening, a qualsiasi età, non solo su invito “formale” ma anche come atto di amore per la propria salute.

Quella del 27 agosto, si è rivelata una prima edizione che ha oltrepassato di gran lunga ogni più rosea aspettativa. Tanti i partecipanti e tante le storie che si sono incrociate lungo il suggestivo percorso delle “Vie del sale”. Abbiamo camminato a lungo, con il sorriso stampato sul volto bruciato da un inaspettato sole cocente. Abbiamo stretto mani sperimentando una rete sociale atta a trovare nuove strade per promuovere il senso profondo di appartenenza a un solo sentimento di solidarietà.

È stato emozionante vedere uomini, donne, ragazzi e ragazze, uno accanto all’altro con la consapevolezza e la volontà di essere protagonisti attivi di una battaglia che non deve essere solo per gli operatori del settore ma di ciascuno di noi, senza nessuno escluso.

Tanti, dunque, i volti delle persone che hanno scritto questo primo capitolo di una storia dal sapore inconfondibile della partecipazione e della condivisione. Alcuni li conoscevo bene; altri, tantissimi, erano volti nuovi, mai visti.

Poi, c’erano loro, le mie amiche, tante purtroppo, da dove tutto ha avuto inizio.

Proprio nei loro sguardi colmi di speranza, ho cercato la conferma, che tutto questo avrebbe avuto un SENSO. Dalla loro forza, ho colto a piene mani la motivazione per muovere quello che si è rivelato poi essere UN FIUME IN PIENA. Dall’amore per la vita la fiducia nella capacità dell’uomo di trovare una RISPOSTA.

“NOI POSSIAMO, IO POSSO! Crediamo nella vita che va difesa ad ogni costo.”

Gina Casciaro

DENATALITÀ: DAL VILLAGGIO GLOBALE AL “VILLAGGIO LOCALE”

venerdì, Gennaio 19th, 2024

“Facciamo un figlio?” Oggi la risposta è sempre più spesso “no”. Oppure “forse”. O “non adesso”.
Siamo passati dal baby-boom degli anni Sessanta al no-baby dell’era moderna.

Tra il 1968 e il 1974 il tasso di fecondità nel nostro Paese era di 2,49 bambini per coppia, ora è all’1,2, i livelli peggiori d’Europa. Secondo stime Ocse, pubblicate prima della pandemia, l’Italia è tra i Paesi sviluppati che più rischiano di trovarsi a metà secolo con un rapporto 1 a 1 tra lavoratori e pensionati. L’indice di mortalità è rimasto costante ed è tornata la necessità (a volte anche la voglia) di andare altrove a cercare un futuro ed un presente migliori, soprattutto dal punto di vista occupazionale.

Dal rapporto giovani 2020 dell’Istituto Toniolo, si evince che, in Italia, tra le donne di età 30-34 anni, il 20% non vuole figli e un 30% non esclude la possibilità di averli ma pensa che si sentirebbe realizzata anche senza. Sta di fatto che dal 2008 al 2018 le nascite si sono ridotte del 23% su scala nazionale.

La verità è che siamo la nazione con la fecondità più bassa d’Europa e un numero di donne in età riproduttiva sempre minore. Abbiamo le più alte percentuali di giovani che non lavorano e non studiano e i più bassi tassi di occupazione delle donne con figli. Troppi giovani non hanno un reddito sufficiente e stabile per costruire una famiglia. Così vanno altrove… e chi resta posticipa l’età di arrivo del primo figlio (questo ritardo si traduce in una fertilità più bassa). Se poi ci si trova in difficoltà a combinare vita famiglia e lavoro, difficilmente si pianificheranno altre nascite.

Solo l’aggiunta dei figli di migranti ha ridotto la perdita della popolazione, sebbene il fenomeno della denatalità abbia raggiunto anche le donne straniere, che rispetto agli anni passati fanno meno figli.

Questo il quadro sconfortante di un’Italia sempre meno giovane!

Ma se l’Italia se la passa male, anche in rapporto al resto dell’Europa, il Salento e la nostra stessa Corsano non se la passano meglio! Se l’Italia piange, il Salento non ride…

Il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione non sono solo visibili empiricamente, ma sono anche documentati. I dati relativi al 2022 attestano che il Salento si pone al terzo posto in Puglia per decremento di nascite. I paesi salentini si spopolano, tante abitazioni restano vuote, alcune addirittura in stato di palese abbandono.

La scuola è tra le prime agenzie che ha risentito e risente del fenomeno, visto che è la prima istituzione a fare i conti col calo delle nascite, calo che in questi ultimi anni si ravvisa anche nelle Università.

Posso testimoniare in prima persona sullo spopolamento della scuola, dato il mio decennale lavoro all’interno della stessa. Ricordo che negli anni 80/90 le classi erano quattro per anno di nascita degli alunni, poi sono diventate tre, fino ad attestarsi alle attuali due per anno di leva.

La curva demografica sta calando da alcuni decenni, ma dal 2000 pare abbia assunto una tendenza irreversibile verso il basso anche nel nostro paese.

La mia ricerca presso l’ufficio dell’Anagrafe (gentilmente supportata dal personale, che sentitamente ringrazio per la disponibilità) ha dato i seguenti esiti, riassunti come media matematica per decennio al fine di non tediare i lettori:

  • Dal 1980 al 1989 media di nascite per anno: 61,4;
  • Dal 1990 al 1999 medi di nascite per anno: 61,6;
  • Dal 2000 al 2009 media di nascite per anno: 48;
  • Dal 2010 al 2019 media di nascite per anno: 43.

Dal 2020 la tendenza registra addirittura una media di 40 nascite per anno.

L’istogramma dimostra la tendenza al ribasso in modo più chiaro ed immediato.

Non staremo qui ad indagare le cause della decrescita corsanese, anche perché sono le stesse, sia economiche che antropologiche, descritte per il panorama nazionale.

Piuttosto, forse è il caso di riflettere sulle soluzioni possibili affinché il trend, se non può essere invertito, possa quanto meno restare stabile.

La sfida demografica è una delle priorità dell’agenda dell’Unione europea, insieme alla questione climatica e alla transizione digitale. 

Le soluzioni individuate a livello europeo riguardano il sostegno al reddito delle famiglie, le detrazioni fiscali per i figli a carico, l’incremento degli asili nido e il congedo parentale a carico delle istituzioni. Non ultima anche una politica di sana e autentica integrazione di risorse straniere.

Anche l’aumento del telelavoro potrebbe, a mio parere, essere un fattore positivo per le aree più periferiche (e sarebbe anche il caso nostro): permettendo alle giovani figure professioniste di rimanere nei luoghi di origine e contribuire in tal modo alla riduzione dello spopolamento.

Tuttavia io non sono un’esperta di demografia né di economia, non mi compete suggerire soluzioni. Mi sono limitata ad analizzare il fenomeno del cosiddetto “inverno demografico”. Del resto prendere consapevolezza di un problema e analizzarlo, penso sia già un primo passo.

Per il resto lascio agli esperti il compito di trovare, quanto prima, le soluzioni adeguate…e chissà che non riescano a farlo proprio quei giovani che sono già andati via (o meditano di farlo) in cerca di migliori opportunità.

Concettina Licchetta

Grazie a chi ci ha sostenuto e ha dato forza alla Voce!

venerdì, Gennaio 12th, 2024

Lo scatto di Antonio De Masi vince il concorso “La tua foto in prima pagina”

sabato, Gennaio 6th, 2024

 

Lo scatto di Antonio De Masi, vincitore del concorso “La tua foto in prima pagina”, si aggiudica la prima pagina dell’ultimo numero del periodico “La Voce di Corsano” fresco di stampa.

La foto immortala il suggestivo scorcio corsanese di Vico Piave (nei pressi di Piazza Santa Teresa) allestito con piante e fiori lo scorso mese di maggio in occasione della manifestazione “Corsano in fiore”.

Complimenti ad Antonio per averci fatto scoprire questo meraviglioso e inesplorato angolo della nostra Corsano.