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È STATA UNA BELLA STAGIONE?

domenica, Gennaio 21st, 2024

È curioso come nel periodo estivo, si assista ad una frenetica diffusione di dati sull’andamento della stagione turistica in corso, mentre a consuntivo è sempre difficoltoso reperire un quadro esauriente. Senza una solida base statistica, l’analisi diventa molto difficoltosa e certamente non può essere esaustiva, pertanto facciamo solo alcune riflessioni e alcune considerazioni generali sul fenomeno turistico nella microarea del Sud Salento. L’offerta turistica continua ad avanzare, con una crescita in termini quantitativi e soprattutto qualitativi. Lo si può facilmente verificare dalle inserzioni sui vari portali dove l’offerta è sempre più variegata e spesso più ricca di servizi, idonea ad accogliere una clientela più esigente. Proliferano ad esempio le ville con piscina, con servizi esclusivi, resi alla portata della maggioranza dei turisti. In poche parole, il settore turistico sta maturando, sta facendo tesoro dell’esperienza accumulata in questi anni e sta cercando una propria identità, rivolgendosi ad una clientela sempre più esclusiva.

Tutto ciò è confermato dalla diffusa pratica estiva dello sport del tiro al bersaglio, dove il bersaglio è spesso il rincaro dei prezzi nel Salento, che diventa notizia da copertina. Questo è un indice del fatto che la proposta turistica del Salento comincia ad essere ingombrante per le località di villeggiatura di regioni più note per la loro vocazione turistica. Ora, l’elemento che più mi preme sottolineare è quanta ricchezza il turismo può portare al territorio e quanto sia veramente un comparto trainante, capace di generare posti di lavoro e di diventare una valida alternativa rispetto ai settori primari. Su questo punto, esprimo una certa preoccupazione per la sempre più ingombrante presenza dei giganti del settore che la fanno da padroni, dettando regole spesso penalizzanti per i proprietari. Mi riferisco alla necessità di promuovere gli immobili per le locazioni turistiche sui portali internazionali come Booking, Airbnb… ma anche i portali nazionali specializzati che, improvvisamente hanno registrato un’impennata delle tariffe degli abbonamenti o delle percentuali richieste per i loro servizi. Questi players stabiliscono regole certamente utili a definire uno standard qualitativo delle strutture pubblicizzate, ma chiedono anche commissioni di intermediazione che corrodono in maniera robusta i risultati per i proprietari. L’alta marginalità apparente del settore, dunque, si comprime a causa dei costi di promozione di queste società e per una normativa fiscale sempre più stringente, mirata a far emergere le storiche sacche di evasione. Tornando all’analisi dell’ultima stagione, le varie fonti non esprimono una visione univoca. In alcuni casi viene confermato il calo (generalmente tra il 15 e il 20%), già abbondantemente sbandierato a stagione in corso. In altri casi si parla di una sostanziale tenuta, con una crescita delle presenze straniere che compensa il calo delle presenze di turisti nazionali. Altre statistiche evidenziano una crescita, ma valutano il fenomeno su base regionale.

Il Basso Salento, contando su pochi centri turistici e di piccole dimensioni, incide in maniera poco significativa sulle statistiche. Un dato che appare evidente per le nostre marine è che la stagione si è leggermente allungata. Questa lieve destagionalizzazione è dovuta al fatto che, soprattutto a Corsano e dintorni, non abbiamo spiagge sabbiose (meta preferita dalle famiglie con bambini) quindi, le strutture dei nostri paesi sono attraenti soprattutto per gli stranieri che amano il paesaggio, la quiete e la riservatezza delle contrade rurali. Gli stranieri, infatti, solitamente in età più matura e non condizionati dal calendario scolastico, continuano a frequentare le nostre zone perché ne apprezzano il clima anche ad ottobre inoltrato. L’analisi dei numeri in maniera assoluta non ha un gran valore se non si ha un riferimento, un termine di paragone, ma soprattutto un obiettivo. È importante poter valutare il trend, al netto delle alterazioni della fase pandemica che hanno certamente favorito il Salento, perché solo sui risultati di una tendenza poliennale si può costruire un settore trainante. In sintesi, le locazioni turistiche dell’estate 2023 hanno registrato un aumento delle presenze di turisti più abbienti con un contemporaneo calo delle locazioni di fascia più bassa. Dal punto di vista della ristorazione, i dati sono sempre in qualche modo salvati dalle buone performance del mese di agosto, ma complessivamente i fatturati hanno subito una contrazione di quasi un quarto dei volumi della precedente. Anche i gestori di società di noleggio di imbarcazioni ed escursioni nautiche riferiscono di un calo nelle loro attività.  Questo elemento ci porta alla logica conclusione, che la maggior parte dei turisti di fascia media, spende meno e cerca di fare economie. Alcuni grossisti di generi alimentari e di prodotti per l’igiene e per la casa, confermano un calo delle vendite nel periodo estivo di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Le attività di servizi, le rivendite di materiale elettronico situate in zone turistiche, sono concordi che il flusso e il fatturato dell’ultima estate è stato in calo di una percentuale tra il 10 e il 20 rispetto all’estate 2022. Questo fa pensare che una famiglia di turisti medi destina buona parte del budget alla scelta della location che deve fare da sfondo “instagrammabile” per le vacanze, ma poi magari risparmia sui consumi giornalieri, portandosi anche la pasta e la carta igienica da casa. Per concludere, i dati in leggero calo rispetto all’estate precedente non devono spaventare, perché serve un assestamento post Covid. È importante, però, che il settore strategico del turismo sia in evoluzione e i prossimi anni saranno fondamentali per capire se il cammino intrapreso va nella giusta direzione, i numeri attuali non sono ancora sufficienti a considerarlo un fattore decisivo per l’economia del territorio.

Gianfranco Chiarello

UN SALTO NEL FUTURO

lunedì, Gennaio 9th, 2023

Foto di Michele Bleve

Quando facciamo nuovi progetti ci proiettiamo nel futuro, spesso sognando condizioni migliori. Ovviamente, quanto più ambizioso è il progetto, più ci carichiamo di aspettative e viene quasi da citare un famoso spot: e se l’attesa del piacere, fosse essa stessa il piacere?

Già dal 2019 il nostro Comune è stato interessato da un progetto di valorizzazione del territorio assieme ai Comuni di Tricase e Tiggiano, che coinvolge uno dei tratti più suggestivi della costa, dove le scogliere più alte sono a picco sul mare. L’idea di realizzare delle attrazioni come un Volo dell’Angelo o un Ponte Tibetano sul mare collegati da sentieri e percorsi naturalistici è sicuramente affascinante, appunto di quelle idee che fanno sognare. La portata di questo progetto, incontra però la naturale diffidenza sulla sua fattibilità e sui tempi di realizzazione da parte di chi è già stato testimone di rinvii per almeno quarant’anni, per la costruzione di una strada.

Questa nuova attrazione potrà avere effetti sul turismo in termini di diversificazione e destagionalizzazione? Analizzando i dati della più vicina struttura di questo tipo, possiamo certamente notare numeri interessanti in termini di voli (circa 17.00 ogni anno), di arrivi, di presenze ma spesso con permanenza dei turisti molto ridotta. Questo potrà probabilmente influire più sull’aumento del traffico che sulla creazione di ricchezza e di occupazione. In Basilicata, circa il 60% dei turisti che frequentano il “Volo dell’Angelo” in primavera e in estate (resta il problema della stagionalità), provengono dalla stessa regione o quelle confinanti (Puglia 30% – Campania 16% – dalla stessa Basilicata circa il 13%) e nella migliore delle ipotesi fanno un pernottamento. Il mordi e fuggi di appassionati di sport estremi o di amanti dei paesaggi naturalistici, non genera un circolo virtuoso per l’economia. È un richiamo per la classica scampagnata fuori porta di una giornata o di un week-end. Superando questo aspetto, con la fiducia che i frequentatori di queste discipline ne approfittino per fare una vacanza più lunga, siamo pronti ad accoglierli? Questa iniziativa dovrebbe procedere di pari passo con la creazione di servizi integrati come aree di ristoro, campeggi attrezzati, strutture ricettive e una migliore viabilità. Senza un’adeguata rete di servizi collegati e connessi con questo progetto, ritengo che non sia un intervento utile al territorio. La forza lavoro impiegata nella struttura di Pietrapertosa e Castelmezzano in Basilicata, ad esempio, è di sole 22 unità: decisamente troppo ridotto l’impatto occupazionale.

Forse più che creare nuove attrazioni, sarebbe auspicabile rendere maggiormente fruibili e produttive le risorse naturalistiche esistenti. Le amministrazioni comunali che si sono consorziate per questo progetto, dovrebbero fare fronte comune per ottenere delle deroghe alle restrizioni imposte dall’Ente Parco, per allargare le maglie di questa rete di protezione e permettere una edificazione con criteri di sostenibilità ambientale; allo stesso tempo trovare un modo per sbloccare tutte le sanatorie di numerose abitazioni nella zona costiera, incagliate fin dagli anni ottanta. Sarebbe opportuno mirare a una conversione legittima di parte delle aree agricole all’edificazione di piccole strutture ricettive, case vacanza, e villette per i residenti. Laddove non ci sono interessi di privati, le zone sono sempre più colpite da incendi e incuria, con una distruzione ancora più radicale di muretti a secco, pajare e macchia mediterranea di quella che potrebbe produrre un contesto vissuto e controllato. Con ciò non penso a un “libera tutti”, ma a una visione del territorio conforme con le nuove esigenze. Questo non significa snaturare e deturpare il territorio, ma sempre nel rispetto delle regole, lo si può rendere gradevole e funzionale alla creazione di posti di lavoro, presupposto essenziale per contrastare il fenomeno dello “spopolamento”.

La litoranea nel tratto della Guardiola, ad esempio, potrebbe non reggere un forte incremento del traffico senza correre il rischio di allontanare il turista tradizionale che sceglie la nostra zona per la tranquillità. Non si tratta di scetticismo o di prevenuta avversione nei confronti delle nuove idee, anzi, in un contesto di turismo maturo e consolidato nelle sue componenti primarie, questi sono gli elementi che fanno fare il salto di qualità, ma non è questo il nostro caso.

Non che un’iniziativa debba necessariamente escluderne un’altra, ma allo stato attuale si tratta di individuare delle priorità: bisognerebbe risolvere il problema di collegare Brindisi aeroporto o Lecce stazione con queste località, perché non è concepibile che con i mezzi pubblici arrivare da Brindisi a Scalamasciu sia praticamente impossibile. Lo strumento giusto per permettere al nostro territorio di spiccare veramente il “volo” sarebbe quel grande progetto mai decollato di una metropolitana di superficie per collegare tutte le marine con le principali stazioni di autobus, treni e aerei. Mi piacerebbe fare un piccolo referendum tra i cittadini dei comuni coinvolti con una semplice domanda: Preferite volare o avere i piedi ben saldi sul vostro terreno? Ovvero, preferite che venga realizzato il “triplice volo” oppure che vi venga consentito di investire in una costruzione sul vostro terreno in una località dove si intravede il mare? Io penso di conoscere la risposta.

Gianfranco Chiarello