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UN SALTO NEL FUTURO

lunedì, Gennaio 9th, 2023

Foto di Michele Bleve

Quando facciamo nuovi progetti ci proiettiamo nel futuro, spesso sognando condizioni migliori. Ovviamente, quanto più ambizioso è il progetto, più ci carichiamo di aspettative e viene quasi da citare un famoso spot: e se l’attesa del piacere, fosse essa stessa il piacere?

Già dal 2019 il nostro Comune è stato interessato da un progetto di valorizzazione del territorio assieme ai Comuni di Tricase e Tiggiano, che coinvolge uno dei tratti più suggestivi della costa, dove le scogliere più alte sono a picco sul mare. L’idea di realizzare delle attrazioni come un Volo dell’Angelo o un Ponte Tibetano sul mare collegati da sentieri e percorsi naturalistici è sicuramente affascinante, appunto di quelle idee che fanno sognare. La portata di questo progetto, incontra però la naturale diffidenza sulla sua fattibilità e sui tempi di realizzazione da parte di chi è già stato testimone di rinvii per almeno quarant’anni, per la costruzione di una strada.

Questa nuova attrazione potrà avere effetti sul turismo in termini di diversificazione e destagionalizzazione? Analizzando i dati della più vicina struttura di questo tipo, possiamo certamente notare numeri interessanti in termini di voli (circa 17.00 ogni anno), di arrivi, di presenze ma spesso con permanenza dei turisti molto ridotta. Questo potrà probabilmente influire più sull’aumento del traffico che sulla creazione di ricchezza e di occupazione. In Basilicata, circa il 60% dei turisti che frequentano il “Volo dell’Angelo” in primavera e in estate (resta il problema della stagionalità), provengono dalla stessa regione o quelle confinanti (Puglia 30% – Campania 16% – dalla stessa Basilicata circa il 13%) e nella migliore delle ipotesi fanno un pernottamento. Il mordi e fuggi di appassionati di sport estremi o di amanti dei paesaggi naturalistici, non genera un circolo virtuoso per l’economia. È un richiamo per la classica scampagnata fuori porta di una giornata o di un week-end. Superando questo aspetto, con la fiducia che i frequentatori di queste discipline ne approfittino per fare una vacanza più lunga, siamo pronti ad accoglierli? Questa iniziativa dovrebbe procedere di pari passo con la creazione di servizi integrati come aree di ristoro, campeggi attrezzati, strutture ricettive e una migliore viabilità. Senza un’adeguata rete di servizi collegati e connessi con questo progetto, ritengo che non sia un intervento utile al territorio. La forza lavoro impiegata nella struttura di Pietrapertosa e Castelmezzano in Basilicata, ad esempio, è di sole 22 unità: decisamente troppo ridotto l’impatto occupazionale.

Forse più che creare nuove attrazioni, sarebbe auspicabile rendere maggiormente fruibili e produttive le risorse naturalistiche esistenti. Le amministrazioni comunali che si sono consorziate per questo progetto, dovrebbero fare fronte comune per ottenere delle deroghe alle restrizioni imposte dall’Ente Parco, per allargare le maglie di questa rete di protezione e permettere una edificazione con criteri di sostenibilità ambientale; allo stesso tempo trovare un modo per sbloccare tutte le sanatorie di numerose abitazioni nella zona costiera, incagliate fin dagli anni ottanta. Sarebbe opportuno mirare a una conversione legittima di parte delle aree agricole all’edificazione di piccole strutture ricettive, case vacanza, e villette per i residenti. Laddove non ci sono interessi di privati, le zone sono sempre più colpite da incendi e incuria, con una distruzione ancora più radicale di muretti a secco, pajare e macchia mediterranea di quella che potrebbe produrre un contesto vissuto e controllato. Con ciò non penso a un “libera tutti”, ma a una visione del territorio conforme con le nuove esigenze. Questo non significa snaturare e deturpare il territorio, ma sempre nel rispetto delle regole, lo si può rendere gradevole e funzionale alla creazione di posti di lavoro, presupposto essenziale per contrastare il fenomeno dello “spopolamento”.

La litoranea nel tratto della Guardiola, ad esempio, potrebbe non reggere un forte incremento del traffico senza correre il rischio di allontanare il turista tradizionale che sceglie la nostra zona per la tranquillità. Non si tratta di scetticismo o di prevenuta avversione nei confronti delle nuove idee, anzi, in un contesto di turismo maturo e consolidato nelle sue componenti primarie, questi sono gli elementi che fanno fare il salto di qualità, ma non è questo il nostro caso.

Non che un’iniziativa debba necessariamente escluderne un’altra, ma allo stato attuale si tratta di individuare delle priorità: bisognerebbe risolvere il problema di collegare Brindisi aeroporto o Lecce stazione con queste località, perché non è concepibile che con i mezzi pubblici arrivare da Brindisi a Scalamasciu sia praticamente impossibile. Lo strumento giusto per permettere al nostro territorio di spiccare veramente il “volo” sarebbe quel grande progetto mai decollato di una metropolitana di superficie per collegare tutte le marine con le principali stazioni di autobus, treni e aerei. Mi piacerebbe fare un piccolo referendum tra i cittadini dei comuni coinvolti con una semplice domanda: Preferite volare o avere i piedi ben saldi sul vostro terreno? Ovvero, preferite che venga realizzato il “triplice volo” oppure che vi venga consentito di investire in una costruzione sul vostro terreno in una località dove si intravede il mare? Io penso di conoscere la risposta.

Gianfranco Chiarello