È STATA UNA BELLA STAGIONE?

È curioso come nel periodo estivo, si assista ad una frenetica diffusione di dati sull’andamento della stagione turistica in corso, mentre a consuntivo è sempre difficoltoso reperire un quadro esauriente. Senza una solida base statistica, l’analisi diventa molto difficoltosa e certamente non può essere esaustiva, pertanto facciamo solo alcune riflessioni e alcune considerazioni generali sul fenomeno turistico nella microarea del Sud Salento. L’offerta turistica continua ad avanzare, con una crescita in termini quantitativi e soprattutto qualitativi. Lo si può facilmente verificare dalle inserzioni sui vari portali dove l’offerta è sempre più variegata e spesso più ricca di servizi, idonea ad accogliere una clientela più esigente. Proliferano ad esempio le ville con piscina, con servizi esclusivi, resi alla portata della maggioranza dei turisti. In poche parole, il settore turistico sta maturando, sta facendo tesoro dell’esperienza accumulata in questi anni e sta cercando una propria identità, rivolgendosi ad una clientela sempre più esclusiva.

Tutto ciò è confermato dalla diffusa pratica estiva dello sport del tiro al bersaglio, dove il bersaglio è spesso il rincaro dei prezzi nel Salento, che diventa notizia da copertina. Questo è un indice del fatto che la proposta turistica del Salento comincia ad essere ingombrante per le località di villeggiatura di regioni più note per la loro vocazione turistica. Ora, l’elemento che più mi preme sottolineare è quanta ricchezza il turismo può portare al territorio e quanto sia veramente un comparto trainante, capace di generare posti di lavoro e di diventare una valida alternativa rispetto ai settori primari. Su questo punto, esprimo una certa preoccupazione per la sempre più ingombrante presenza dei giganti del settore che la fanno da padroni, dettando regole spesso penalizzanti per i proprietari. Mi riferisco alla necessità di promuovere gli immobili per le locazioni turistiche sui portali internazionali come Booking, Airbnb… ma anche i portali nazionali specializzati che, improvvisamente hanno registrato un’impennata delle tariffe degli abbonamenti o delle percentuali richieste per i loro servizi. Questi players stabiliscono regole certamente utili a definire uno standard qualitativo delle strutture pubblicizzate, ma chiedono anche commissioni di intermediazione che corrodono in maniera robusta i risultati per i proprietari. L’alta marginalità apparente del settore, dunque, si comprime a causa dei costi di promozione di queste società e per una normativa fiscale sempre più stringente, mirata a far emergere le storiche sacche di evasione. Tornando all’analisi dell’ultima stagione, le varie fonti non esprimono una visione univoca. In alcuni casi viene confermato il calo (generalmente tra il 15 e il 20%), già abbondantemente sbandierato a stagione in corso. In altri casi si parla di una sostanziale tenuta, con una crescita delle presenze straniere che compensa il calo delle presenze di turisti nazionali. Altre statistiche evidenziano una crescita, ma valutano il fenomeno su base regionale.

Il Basso Salento, contando su pochi centri turistici e di piccole dimensioni, incide in maniera poco significativa sulle statistiche. Un dato che appare evidente per le nostre marine è che la stagione si è leggermente allungata. Questa lieve destagionalizzazione è dovuta al fatto che, soprattutto a Corsano e dintorni, non abbiamo spiagge sabbiose (meta preferita dalle famiglie con bambini) quindi, le strutture dei nostri paesi sono attraenti soprattutto per gli stranieri che amano il paesaggio, la quiete e la riservatezza delle contrade rurali. Gli stranieri, infatti, solitamente in età più matura e non condizionati dal calendario scolastico, continuano a frequentare le nostre zone perché ne apprezzano il clima anche ad ottobre inoltrato. L’analisi dei numeri in maniera assoluta non ha un gran valore se non si ha un riferimento, un termine di paragone, ma soprattutto un obiettivo. È importante poter valutare il trend, al netto delle alterazioni della fase pandemica che hanno certamente favorito il Salento, perché solo sui risultati di una tendenza poliennale si può costruire un settore trainante. In sintesi, le locazioni turistiche dell’estate 2023 hanno registrato un aumento delle presenze di turisti più abbienti con un contemporaneo calo delle locazioni di fascia più bassa. Dal punto di vista della ristorazione, i dati sono sempre in qualche modo salvati dalle buone performance del mese di agosto, ma complessivamente i fatturati hanno subito una contrazione di quasi un quarto dei volumi della precedente. Anche i gestori di società di noleggio di imbarcazioni ed escursioni nautiche riferiscono di un calo nelle loro attività.  Questo elemento ci porta alla logica conclusione, che la maggior parte dei turisti di fascia media, spende meno e cerca di fare economie. Alcuni grossisti di generi alimentari e di prodotti per l’igiene e per la casa, confermano un calo delle vendite nel periodo estivo di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Le attività di servizi, le rivendite di materiale elettronico situate in zone turistiche, sono concordi che il flusso e il fatturato dell’ultima estate è stato in calo di una percentuale tra il 10 e il 20 rispetto all’estate 2022. Questo fa pensare che una famiglia di turisti medi destina buona parte del budget alla scelta della location che deve fare da sfondo “instagrammabile” per le vacanze, ma poi magari risparmia sui consumi giornalieri, portandosi anche la pasta e la carta igienica da casa. Per concludere, i dati in leggero calo rispetto all’estate precedente non devono spaventare, perché serve un assestamento post Covid. È importante, però, che il settore strategico del turismo sia in evoluzione e i prossimi anni saranno fondamentali per capire se il cammino intrapreso va nella giusta direzione, i numeri attuali non sono ancora sufficienti a considerarlo un fattore decisivo per l’economia del territorio.

Gianfranco Chiarello

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