LUDOPATIA ⌠ANCHE TRA I GIOVANI
lunedĂŹ, Gennaio 29th, 2024
Il gioco è unâattivitĂ che, oltre ad essere piacevole e gratificante, aiuta la maturazione e lâacquisizione di importanti capacitĂ personali e sociali. Quando diventa dâAzzardo implica che la casualitĂ /fortuna diventi predominante, prevedendo una scommessa, una puntata di denaro.
Il gioco dâazzardo è unâattivitĂ rischiosa in grado di indurre cambiamenti dello stato mentale e fisico delle persone, interferendo con il lavoro, la scuola e le altre attivitĂ , danneggiando finanziariamente, causando problemi con amici e/o con la famiglia.
Le ultime ricerche scientifiche sono concordi nel dire che esistono chiare indicazioni riguardo al fatto che il gioco patologico è una vera e propria dipendenza, un problema di natura sanitaria e sociale. Le moderne indagini di investigazione delle funzioni del cervello (PET, Risonanza Magnetica) ed i livelli di agenti chimici coinvolti nelle funzioni cerebrali mostrano che il Sistema Nervoso del soggetto con dipendenza da gioco mostra le stesse dinamiche che si rilevano nel cervello delle persone con dipendenza da sostanze.
La ludopatia affligge oggi un numero sempre piĂš elevato di persone e, dato ulteriormente preoccupante, sempre piĂš giovani. Secondo unâindagine pubblicata il 23 febbraio 2022 dalla Commissione parlamentare mista per lâinfanzia e lâadolescenza, il 47% dei giocatori italiani ha meno di 35 anni. Questo dato preoccupa molto essendo il gioco dâazzardo vietato ai minori di 18 anni, ma di fatto questo divieto viene frequentemente e facilmente violato con una responsabilitĂ che è di tutti. Da uno studio condotto su un gruppo di ragazzi tra i 14 e 19 anni è emerso che nel 2023 il 37% di giovani ha fatto giochi dâazzardo o di fortuna, prediligendo il canale online nel 64% dei casi per giocare e scommettere (con un aumento del 18% rispetto al 2021). Lo studio ha evidenziato inoltre la diffusione del gioco dâazzardo in Italia tra i piĂš giovani, con un 14% che gioca almeno una volta a settimana.
Tra i giochi online piĂš frequenti spiccano le scommesse: sportive (31%), su eventi (26%) e ippiche (16%).
Riflettiamo su quelle che possono essere le motivazioni che portano una persona a sviluppare un problema con il gioco. Câè chi si approccia ai giochi dâazzardo con la speranza in una grossa vincita, câè chi lo fa per fuggire dai problemi della vita, per solitudine, per eccitazione per il rischio, per un tentativo di rivincere il denaro perso, per il desiderio di sentirsi piĂš importanti.
A prescindere dalla motivazione sottostante, il giocatore patologico (ludopatico) sviluppa una vera e propria dipendenza, in cui lâimpulso per il gioco diviene irrefrenabile e incontrollabile, accompagnato da una forte tensione emotiva, dallâincapacitĂ di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico e da un comportamento auto-distruttivo. La ludopatia è senza dubbio accompagnata dallâillusione di cambiamento, ma è soprattutto un potente segnale di sfiducia nelle proprie possibilitĂ di incidere efficacemente sulla propria vita, perchĂŠ ricordiamoci bene che quei soldi âvintiâ con una scommessa o con un âGratta e Vinciâ quasi mai vanno a colmare perdite di denaro che sono state investite perdendo il controllo della situazione, innescando un meccanismo mentale che poggia su distorsioni cognitive che danno la convinzione che prima o poi si vincerĂ , quando la realtà è ben diversa ed ogni volta si perde qualcosa, si perde denaro, si perde la fiducia in sĂŠ stessi, si perde la dignitĂ quando si accumulano debiti e si arriva a perdere anche i propri affetti. Per cambiare la nostra vita abbiamo bisogno di obiettivi, di impegni concreti, di metterci alla prova per quelle che sono le nostre capacitĂ e possibilitĂ e cosĂŹ facendo i risultati ottenuti saranno reali, tangibili e duraturi e rinforzeranno la nostra autostima e ci faranno sentire parte attiva della comunitĂ familiare, amicale e lavorativa in cui ci troviamo, senza la paura del salto nel vuoto e senza la consolazione effimera di una vincita che, quelle poche volte che câè, è solo momentanea e porta allâautodistruzione.
Dott.ssa Adalgisa Bisanti
Psicologa-psicoterapeuta



