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𝐈𝐋 𝐃𝐎𝐂𝐔𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐀𝐑𝐂𝐇𝐈𝐕𝐈𝐎 𝐃𝐈 𝐒𝐓𝐀𝐓𝐎 𝐂𝐇𝐄 𝐑𝐈𝐕𝐄𝐋𝐀 𝐋𝐀 𝐂𝐄𝐋𝐄𝐁𝐑𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐅𝐄𝐒𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐓𝐀 𝐌𝐀𝐔𝐑𝐀 𝐃𝐀 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐃𝐄𝐋 𝟏𝟖𝟑𝟏

venerdì, Aprile 29th, 2022

 

Pubblichiamo questo significativo contributo di don Biagio Orlando su un pezzo di storia corsanese.

Grazie don Biagio e buona Santa Maura a tutti.

Nel corso degli studi di archivistica ho avuto modo di recuperare tantissimi documenti inediti sul nostro paese che a breve spero di riuscire a pubblicare. Nell’imminenza della prossima festa di Santa Maura che finalmente rivivremo appieno, ho pensato di condividere questo contributo che certamente lascerà sbalorditi. 

Ho sempre pensato che la data del primo maggio come giorno della festa di S. Maura fosse stato scelto perché giorno festivo di primavera, adatto per svolgere una festa di campagna, convinzione supportata anche dal fatto che don Ernesto, nel Registro di Cronistoria, non fa cenno alcuno ai motivi che portarono a scegliere questo giorno dell’anno per inaugurare la nuova cappella e per farne la festa.

Potete quindi immaginare lo stupore provato quando, nell’Archivio di Stato di Lecce, mi sono ritrovato tra le mani un documento del 26 giugno 1831 dell’allora sindaco di Corsano, che fa richiesta all’Intendenza di Terra d’Otranto di togliere dalla lista dei terreni demaniali da concedere ai poveri di Corsano, oltre alla Padula, il territorio detto S. Maura «un largo di circa tumulate una, lasciato avanti ad una Bella, ed antica Cappella, sotto il Titolo S. Maura, ove in ogni prima di Maggio si faceva la Processione, ed altre Funzioni Ecclesiastiche, e da pochi anni in qua sono state sospese perché la Cappella ha bisogno di ristaurazioni».

Che dire altro! Buona festa di Santa Maura!

don Biagio Orlando

𝐈𝐋 𝐂𝐀𝐒𝐓𝐄𝐋𝐋𝐎 𝐒𝐕𝐄𝐕𝐎 𝐃𝐈 𝐂𝐎𝐑𝐒𝐀𝐍𝐎 𝐓𝐑𝐀 𝐅𝐄𝐃𝐄𝐑𝐈𝐂𝐎 𝐈𝐈 𝐄 𝐈𝐋 𝐏𝐑𝐈𝐍𝐂𝐈𝐏𝐄 𝐌𝐀𝐍𝐅𝐑𝐄𝐃𝐈

domenica, Febbraio 13th, 2022
La recentissima notizia del Decreto ministeriale con cui il Dicastero della Cultura si è espresso in modo favorevole sulla pubblica utilità dell’espropriazione del palazzo feudale di Corsano, imprimendo in tal modo un’accelerazione sull’iter dell’acquisizione pubblica, mi fornisce un comodo assist per accennare alle notizie antiche del castello del paese che era già esistente durante la cosiddetta “𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘊𝘰𝘳𝘴𝘢𝘯𝘰” del 1318.
In quella sede il Signore si era rifugiato al suo interno con famiglia e corte, mandando ai contadini esagitati una delle sue ancelle, senza sapere che l’avrebbe condannata a morte certa.
Una nuova nota retrodata di quasi un secolo la presenza del castello. Ragionevole motivo ce lo fornisce il Lɪʙᴇʀ Iɴǫᴜɪsɪᴛɪᴏɴᴜᴍ ᴘʀᴏ Fᴇᴜᴅᴀᴛᴀʀɪɪs Rᴇɢɴɪ di re Carlo, dove è riportato un lungo elenco di Signori feudali reintegrati dal sovrano angioino nei propri feudi.
La morte dell’imperatore 𝘍𝘦𝘥𝘦𝘳𝘪𝘤𝘰 𝘐𝘐 𝘥𝘪 𝘚𝘷𝘦𝘷𝘪𝘢 aveva dato di fatto il regno dal 1250 in mano al figlio 𝘔𝘢𝘯𝘧𝘳𝘦𝘥𝘪 che in un primo momento ne assunse la reggenza e poi la corona fino alla battaglia di Benevento del 1266.
Il principe dovette far fronte alla difficile situazione interna sfociata nelle molteplici ribellioni scoppiate in tutto il reame, in particolar modo in Campania e Puglia, dove i feudatari e la classe urbana, sostenuti da papa Innocenzo IV, chiedevano maggiore indipendenza allo stringente centralismo monarchico. In quella sede Manfredi trovò una soluzione al problema sostituendo numerosi feudali nominati in precedenza dal padre Federico.
È il caso del 𝘥𝘰𝘮𝘪𝘯𝘶𝘴 𝘔𝘢𝘵𝘵𝘦𝘰 𝘥𝘦 𝘛𝘰𝘤𝘤𝘰 che dall’imperatore aveva ottenuto feudi e castelli tra beneventano e Terra d’Otranto.
Carlo d’Angiò reintegrò quasi tutti i dominus nel possesso dei propri feudi dato che, per ovvie ragioni, non si erano solo dimostrati avversi a Manfredi ma anche solidali al nuovo corso francese.
A Matteo de Tocco tra gli altri 𝙛𝙪𝙞𝙩 𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞𝙩𝙪𝙩𝙪𝙢 𝙘𝙖𝙨𝙩𝙧𝙪𝙢 𝘾𝙪𝙧𝙨𝙖𝙣𝙞 che il principe svevo Manfredi gli aveva tolto per darlo al fidato 𝘥𝘰𝘮𝘪𝘯𝘶𝘴 𝘕𝘪𝘤𝘰𝘭𝘢𝘶𝘴 𝘥𝘦 𝘚𝘪𝘳𝘪𝘯𝘰.
È questa al momento la più antica notizia sulla fortificazione di Corsano, presente già durante l’esistenza terrena del 𝘗𝘶𝘦𝘳 𝘈𝘱𝘶𝘭𝘪𝘢𝘦.
Con l’auspicio che il castello possa concretamente passare in mano alla collettività e tornare a vita nuova.
 
*Accompagnano questo scritto il prospetto del castello nella piazza antica di Corsano in una foto del secolo scorso colorizzata dall’amico Sergio De Blasi, alcune immagini degli interni, e il ritratto di Federico II con il falco dal suo trattato “De arte venandi cum avibus”.
 
Salvatore Musio